La scrittrice ha condiviso sui social il dolore per la scomparsa dell’amato trovatello adottato nel 2015. Un anno e mezzo fa la morte di Pimpi, la cagnolina uccisa da un boccone avvelenato

Il suo amore per gli animali Susanna Tamaro lo ha sempre manifestato a 360 gradi in ogni suo libro e in tutti i momenti della sua esistenza. In un’intervista concessa un anno e mezzo fa a La Zampa aveva affermato che «con gli animali la vita è piena di disordinata allegria». In quell’occasione aveva raccontato l’immenso dolore per la perdita dell’amata Pimpi, la cagnolina appena adottata, uccisa da un boccone avvelenato.

Un dolore che aveva voluto condividere con gli altri attraverso i social, postando un lungo affettuoso messaggio di addio a quel quattrozampe accolto con tanto amore. Poi l’attesa di un altro quattro zampe da coccolare.

Quindi l’adozione della piccola Mimì, il cane voluto e cercato in Umbria dopo la morte di Pimpi e sempre presentato sulla sua pagina Facebook. «Prenderò di sicuro un altro cane. Anzi l’ho già individuato. Ciò non toglie il senso di vuoto. Ogni cane ha uno spazio speciale nel cuore» aveva detto. E così era accaduto.

L’addio a Lucky
E ora, ancora una volta, un altro annuncio condiviso, triste e insieme dolcissimo perché accompagna la scomparsa di un altro inseparabile amico Lucky il cane trovatello adottato nel 2015. «Una bellissima mattina di luglio, quando nessuno se lo aspettava, te ne sei andato – scrive la Tamaro domenica 19 luglio -. Eri un cane ancora giovane, capace di gioire pienamente della vita. Di un cane anziano si aspetta la morte come un naturale compimento, ma quando la fine arriva così imprevista non ci  si riesce a riprendere da uno stato di doloroso stupore. Ogni mattina prendo la tua ciotola in mano. “I’m empty” c’è scritto sopra come se dovessi riempirla, durante il giorno molte volte, automaticamente e inutilmente, ripeto  il tuo nome: un pezzettino di pane in mano, il desiderio di farti una carezza, di veder spuntare da qualche parte il tuo musetto sorridente».

Un cane “di seconda mano”
La scrittrice poi ricorda che anche lui come tutti quelli che aveva accolto era un cane di “seconda mano”. «Nella tua vita di prima avevi subito crudeltà inimmaginabili che ti avevano portato a un passo dalla morte. Eri stato salvato da delle volontarie che ti avevano trovato, quasi esanime,  al casello di Giove.  Per sei mesi, con pazienza e amore, ti avevano curato – rammenta -. Appena guarito ci siamo incontrati. È stato amore a prima vista. Il tuo corpo era ormai sano, ma la tua anima ancora gravemente ferita. Hai impiegato due anni per riuscire a fidarti,  guardarmi negli occhi e tirare fuori il tuo meraviglioso carattere da Collie. Andavi pazzo per i bambini e la fattoria era il tuo piccolo regno fatato, vivevi nel terrore che qualcuno o qualcosa ti portasse via da qui».

Il cuore che si ferma

A tradire Lucky è stato il suo cuore, all’improvviso. «E quando si è fermato il tuo, si è fermato un po’ anche il mio – confessa la narratrice divenuta famosa con il best seller “Va dove ti porta il cuore” -. Com’è tremendamente misterioso il rapporto che lega un essere umano al suo cane! Un’anima complessa e un’anima più semplice che le si affida con l’innocente devozione dell’amore. E com’è terribile anche lo strazio che accompagna la scomparsa dei nostri piccoli amici! Per quanti  se ne siano già seppelliti, il dolore non sfuma e né si smorza» Quindi l’ultimo saluto a un cane straordinario, mite e gentile. Che ha regalato allegria, fedeltà, e amore. Tutto completamente ricambiato.

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