milioni di persone al mondo – e in particolare indù, buddisti, jainisti e sikh – celebrano la festa di Diwali, nota anche come “festa delle luci”. La ricorrenza, dedicata alla vittoria del bene sul male, è una preziosa occasione non solo per sentirsi più vicini a familiari e amici ma anche, come accade in Nepal, per ringraziare i cani della loro lealtà.

Spesso raccontiamo di animali maltrattati, abbandonati o vittime di soprusi:fortunatamente, però, esistono anche storie diverse, che parlano di rispetto e amicizia e che hanno il potere di riconciliarci un po’ con il mondo. Come accade per questa particolarissima tradizione nepalese, che rientra tra le celebrazioni della festa di Diwali.

I festeggiamenti di Diwali, che comprendono una molteplicità di riti diversi, prevedendo anche la decorazione delle case e lo scambio di doni, si protraggono solitamente per cinque giorni. In Nepal, dove la festività prende il nome di Tiharla seconda di queste giornate viene dedicata proprio ai cani, per celebrare l’amicizia e la lealtà che li legano agli esseri umani.

In questa occasione tanto speciale, detta Kukur Tihar o Khicha Puja (“adorazione dei cani”), tutti i cani, compresi i randagi, vengono trattati come personaggi di grande riguardo, al pari di re e regine.

Nella tradizione nepalese, i cani sono creature sacre, messaggeri del dio della Morte. Nel giorno di Kukur Tihar vengono adornati con ghirlande in segno di rispetto e possono gustare cibi succulenti, preparati per l’occasione. Sulla loro fronte viene tracciato un tilaka d’onore, una linea rossa verticale, e la loro testa viene cosparsa di polvere rossa, simbolo di sacralità.

In Nepal, i cani non sono gli unici animali considerati sacri e celebrati nel corso dei festeggiamenti per il Diwali o Tihar: la prima delle cinque giornate di celebrazioni è infatti dedicata ai corvi, mentre nel corso della terza si rende omaggio alle mucche.

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