Era il 1997 quando dagli scogli del molo di Viareggio qualcuno udì un miagolio disperato. Una mano crudele aveva messo alcuni gattini in una scatola di cartone e li aveva abbandonati al loro destino.

Fra loro c’era anche Ettore. Lui da quel molo non se ne è più andato. Per vent’anni è stata «una sorta di mascotte dei pescatori. Tutti lo conoscevano e gli volevano bene» racconta una donna del posto a una tv locale. Già perché quel bel micione tigrato è “salito sul ponte” e ha lasciato questa terra.

Ma lui, randagio per vent’anni, ha avuto tante case e tanti amici. Durante il giorno andava dai suoi amici pescatori che gli regalavano un po’ dei prodotti freschi che avevano pescato dal mare. E lui ricambiava con fusa e facendo loro compagnia. Non lo conoscevano solo i pescatori, ma anche i bambini che passavano da quelle parti per fargli un saluto. Quando scendeva la notte decideva dove andare a dormire, uno fra i tanti posti dove era certo che sarebbe stato ben accolto.

Il 15 dicembre scorso è morto. Ma anche nei suoi ultimi mesi di vita alcune persone che lo conoscevano hanno fatto in modo che ricevesse le cure che i suoi 19-20 anni richiedevano. Fra questi, racconta Il Tirreno, c’era il signor Alfredo Serni che a quel micione era particolarmente affezionato. Così quando è morto ed è tornato a casa in lacrime a raccontare la triste notizia, sua figlia si mobilita e coinvolge un po’ di persone per portare a termine un sogno: realizzare una statua in onore di Ettore da mettere proprio dove tutti lo conoscevano. Così il cuore di tanti si è messo in moto: dai salvadanai nei locali per raccogliere “Un soldino per Ettore” ai “Sassi ettoriani” dipinti e messi in vendita. E alla fine arriva anche uno sponsor.

Nei giorni scorsi la statua è stata posizionata e inaugurata. Qualcuno ha messo anche dei bei fiori, altri finte riviste di moda con il micione in copertina. E tutti non si dimenticheranno mai di Ettore, il gatto dei pescatori di Viareggio.

dal web sito lastampa.it

il fido custode, cremazione e sepoltura per animali d’affezione. un ultimo gesto d’amore.